Annecy, non sapevo nemmeno che esistesse, ma quando Francesco mi ha fatto vedere delle foto in rete di questa città, chiamata anche la Venezia dell’alta Savoia, non ho esitato un attimo, anche perché adoro la Francia e la lingua francese.
Questo viaggio ha concentrato tutto: il volo, l’occasione di conoscere una città bellissima, con i suoi colori pastello, i suoi canali, i suoi fiori, le acque limpidissime del suo lago; la possibilità di rispolverare il mio francese, assaggiare prodotti tipici, volare sulle Alpi francesi, atterrare a Courchevel, uno tra gli altiporti più spettacolari del mondo, fare tappa nella nostra amata Chamois, in Valle d’Aosta ed incontrare due nostri cari amici.
Un week end, un viaggio di 1.100 km, 6h 06’ di tempo di volo.
Andiamo! Voliamo ad Annecy!
Si decolla di sabato mattina, di buon’ora, dalla nostra aviosuperficie.
E’ fine settembre, il cielo è terso e l’aria davvero frizzantina.Una fantastica visibilità ci fa spaziare la vista dal mare alle nostre Alpi Apuane: sono bellissime, sembra di toccarle.
Apuane
Apuane, vista verso Bocca di Magra
La nostra prima tappa sarà l’Aviosuperficie di Castelnuovo Don Bosco, in provincia di Asti, per sosta carburante prima di oltrepassare le Alpi e per inviare il piano di volo, necessario per volare in Francia.
Ridecollati si entra in Val Susa, per poi sorvolare il Passo del Moncenisio e il suo lago artificiale, sulla linea di confine tra l’Italia e la Francia.
Passo del Moncenisio
Le Alpi Francesi si stanno avvicinando, ecco il Massiccio della Vanoise, nelle Alpi Graie.
Massiccio della Vanoise
Laggiù, in lontananza, il Monte Bianco; volare in mezzo alle valli è molto spettacolare.
Monte Bianco e Grandes Jorasses
Troviamo ora la Val d’Isere e il Massiccio della Chartreuse.
Massiccio della Chartreuse
Le montagne hanno delle conformazioni strepitose: fotografiamo a raffica.
Francesco controlla le carte delle aeroporto: mi sa che ci stiamo avvicinando ad Annecy.
Ecco il lago, non ho mai visto un colore così azzurro!
In 2h 35’ eccoci arrivati: Annecy, Mont Blanc, Haute Savoie.
Una volta sbrigate le procedure in aeroporto, usciamo e attendiamo il Bus che ci porterà in città ma un gentilissimo signore si offre di accompagnarci con la sua auto e nel breve tratto, ci racconta di Annecy, ma soprattutto ci chiede di Pisa e della famosa Torre Pendente, incuriosito dal perché sia così pendente…senza cadere!
L’Hotel du Chateau, ci accoglie ai piedi del castello, nel cuore della città.
Il personale è molto gentile e accogliente.
La nostra camera, piccola, ma ben tenuta e pulita, ci fa sentire come a casa.
Lasciamo i bagagli e via in centro.
Annecy è davvero un incanto, una piccola Venezia, colorata e vivace, con tanti locali dove gustare prodotti tipici.
Bene iniziamo ad occhiarne qualcuno per la cena della sera, mentre pensiamo ad un pranzo leggero, ma non troppo…siamo pur sempre in vacanza, eh!
Continuiamo a passeggiare in direzione del lago. L’acqua è limpidissima e viene proprio voglia di tuffarsi, ma non abbiamo il costume.
Meglio andare a visitare l’imponente Castello: è stato ristrutturato in più volte ed è un museo che ospita diverse collezioni.
Dall’alto la vista è spettacolare e ci consente di vedere anche i caratteristici tetti del centro storico.
E’ tempo di rientrare: un po’ di riposo, che la serata ci attende: sarà piacevolissimo cenare lungo il canale!
Per la cena abbiamo scelto (e menomale prenotato in anticipo) Le Chalet Restaurant e non siamo rimasti delusi! Abbiamo assaggiato piatti tipici della cucina locale, in particolare la Tartiflette: un piatto a dir poco favoloso, a base di patate, cipolle e formaggio Reblochon, assolutamente da provare.
La serata scorre veloce, domani ripartiamo…Courchevel ci attende!
Un’ottima colazione, il taxi ed eccoci in aeroporto.
Voliamo a Courchevel in 32 minuti da Annecy.
Altiporto di Courchevel
Perché Courchevel è tanto famosa?
E’ una delle stazioni sciistiche più famose in Francia e in Europa…e questo va bene, ma dal punto di vista del volo, è un aeroporto davvero incredibile: 2.006 metri sul livello del mare, una pendenza del 18,5% e 520 metri di lunghezza; anche qui, come a Chamois, occorre conoscere bene non solo la tecnica di avvicinamento e di decollo, ma anche il contesto orografico in cui si trova e le variazioni metereologiche.
Per me che sono passeggera, la sensazione, approcciando l’aeroporto è di avere un muro davanti a noi, mentre al decollo, sembra di fare un salto nel vuoto. Ho reso l’idea?
Facciamo una passeggiata in zona lungo i prati che d’inverno ospitano le famose piste da sci.
Francesco via telefono manda il piano di volo e si decolla da Courchevel…non posso fare a meno di voltarmi e scattare questa foto: il contesto in cui si trova l’altiporto è davvero impressionante!
In rotta verso Chamois, che raggiungiamo dopo 49 minuti di volo, attraversando il Passo del Piccolo San Bernardo e dove ci attendono gli amici per un gustoso pranzo da Chez Pierina.
Passo del Piccolo San Bernardo
Altiporto di Chamois
La polenta concia di Chez Pierina
E’ sempre un dispiacere, lasciare l’Altiporto e dopo pranzo, in 2h 10’ di volo, rientriamo a Valdera.
Un week end di volo, scenari spettacolari, emozioni grandi.
L’essenza del volo…è nell’aria che si prova la felicità.
Non perdetevi il dettagliatissimo video di Francesco, qui sul suo canale youtube
Se vi siete persi il post su Chamois, ecco che potete leggerlo qua
AVIOTURISMO & CUCINA LOCALE
Ecco la mia versione di Tartiflette.
Ho sostituito il tipico formaggio Reblochon con del brie, ma il risultato è davvero ottimo!